I “perché” e i “per come” delle convocazioni


Durante la stagione, come di norma nel mondo dello sport, gli allenamenti rappresentano la spina dorsale della nostra attività: tutti gli iscritti vi prendono parte e, salvo imprevisti, per tutti il numero degli incontri è lo stesso.

Capita poi che gli Special Crabs, che ormai una piccola fetta di notorietà se la sono conquistata, siano invitati a partecipare a degli eventi “fuori programma”, quali allenamenti con altri gruppi di basket, ritiri o partite.

Visto il numero degli iscritti al corso e visti i grandi e piccoli problemi di gestione che questi eventi comportano, la possibilità di partecipare è solitamente rivolta ad un piccolo gruppo, che, naturalmente, spetta agli allenatori definire.

Sono momenti di grande entusiasmo, in cui però all’emozione si contrappone il fardello di dover scegliere chi portare e chi lasciare a casa.

Inevitabile per chi osserva chiedersi: perché lui sì e quell’ altro no?

Innanzitutto una necessaria premessa: gli Special Crabs sono una squadra di basket, non un’associazione assistenzialistica. Certo, si cerca di seguire e rispettare i tempi e le esigenze di ciascuno, ma le regole generali sono quelle dello sport ed è normale che ci sia chi è più pronto e chi meno, chi ha più talento e chi meno, chi più voglia e/o resistenza fisica e chi meno e, soprattutto, chi fuori di casa riesce a badare completamente (o quasi) a sè stesso e chi invece ha difficoltà di diverso grado per quanto concerne l’autonomia personale.

Altra cosa importante: io e Stefano, anche se quotidianamente lavoriamo come educatori, in palestra siamo allenatori, sui generis quanto si vuole, ma comunque allenatori. E come tali anche per noi raduni ed eventi al di fuori del programma di allenamento standard rappresentano una possibilità di confronto e divertimento in libertà, durante i quali limitare al minimo indispensabile gli interventi educativi/assistenzialistici.

Soggiorni e vacanze “protette” sono qualcosa di completamente differente, costruito intorno ai ragazzi.

Noi costruiamo intorno alla pallacanestro.

Detto questo, ecco i parametri di scelta che utilizziamo:

  1. grado di autonomia personale: scegliamo ragazzi completamente autosufficienti, o quasi;
  2. esperienze precedenti: cerchiamo di proporre il soggiorno ai “nuovi” arrivati;
  3. resistenza fisica e voglia di giocare: visto che in questi momenti ci si allena duramente e a lungo (anche più due ore per ciascun allenamento) scegliamo chi può garantire una tenuta atletica  ed un impegno costante. A tutti gli Special Crabs piace giocare a basket, ma c’è chi durante l’allenamento ha bisogno di fermarsi più volte e prendersi pause anche lunghe, per stanchezza, per difficoltà a restare concentrato, o per semplice calo di entusiasmo;
  4. uso di farmaci e stato generale di salute: per motivi di responsabilità, dal momento che questi incontri non sono organizzati da un ente sanitario e noi allenatori partecipiamo come volontari, non come professionisti “tutelati”, evitiamo di convocare ragazzi sottoposti a terapia farmacologica (a meno che non siano del tutto autonomi anche in questo), o che siano affetti da disturbi con episodi di crisi eclatanti (p.es epilessia, o schizofrenia).

Mi rendo conto che questo non eliminerà ogni dubbio, né accontenterà tutti, ma mi auguro che almeno contribuisca a chiarire come noi allenatori ci muoviamo, cercando di effettuare le nostre scelte sulla base di parametri che siano il più possibile oggettivi, secondo principi innanzitutto sportivi.

  1. Ciao mi chiedevo se è possibile assistere agli allenamenti… Grazie

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  2. Donatella Gamberoni

    Salve. Sono la madre di un ragazzo con ritardo mentale di media gravita’, con buon grado di autonomia. Vorrei sapere se esiste un gruppo sportivo che utilizza il metodo Calamai nella zona di Argenta (FE) o Molinella(Bo).
    Grazie e complimenti x il vostro inestimabile impegno.
    Donatella Gamberoni

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